VI Sonate per due flauti [traversieri] e basso continuo Opera prima

(Musica strumentale)

Bibliothèque nationale de France

Trascrizione a cura di Antonio Frigé
Introduzione di Timothy Nastasi

78 pagine

ISMN 979-0-705083-12-5

Giuseppe Baldassare Sammartini nacque a Milano il 6 gennaio 1695 in una famiglia di musicisti. Sia lui che il fratello minore Giovann Battista ebbero come insegnante il padre Alexis Saint-Martin, un oboista francese trasferitosi a Milano. Giuseppe divenne ben presto, come il padre, un virtuoso di oboe.
La sua attività a Milano è documentata a partire dal 1711, quando il suo nome figura fra i musici che suonarono al Santuario di S. Maria presso San Celso e al Castello Sforzesco. Nel 1720 ottenne il posto di oboista presso il Regio Teatro Ducale, uno dei più importanti teatri d’opera dell’epoca situato nello spazioso cortile di Palazzo Reale. Nel 1726 Johann Joachim Quantz assistette ad un'esibizione di Sammartini e ne apprezzò il talento.
Già in giovane età Sammartini pubblicò alcuni concerti per oboe. Le “12 Trio sonate”, pubblicate a Londra nel 1727, ebbero un discreto successo e lo fecero conoscere negli ambienti musicali come promettente compositore. Nel 1729 decise di lasciare Milano in cerca di fortuna e, dopo una tappa a Bruxelles, si stabilì a Londra. Dal 1730 troviamo il suo nome al King’s Theatre nonché al Covent Garden. Divenne oboista stabile dell’orchestra di Handel e probabilmente i passi solistici per oboe nelle opere del musicista tedesco furono pensati per l’abilità di Sammartini. Dal 1732 Giuseppe Sammartini diresse, insieme al musicista fiorentino Carlo Arrigoni, i concerti presso la Heckford Hall noti come i Concerti del giovedì. Nel 1736 Sammartini si mise al servizio di Federico, principe di Galles, e di sua moglie Augusta; tra i suoi doveri vi era quello di animare la vita musicale della casa, componendo sonate e altri brani che dedicava ai suoi protettori e organizzando regolari concerti di musica da camera. Inoltre gli era affidata l’educazione del figlio della coppia, nonché della stessa Augusta.