Trascrizione a cura di Antonio Frigé Introduzione di Beniamino Calciati
25 pagine
ISMN 979-0-705083-44-6
Giovanni Battista Casali, nato nel 1715 a Roma, venne ammesso nel 1740 all’Accademia Filarmonica di Bologna. Designato assistente di Girolamo Chiti, maestro di Cappella presso la Chiesa romana di San Giovanni in Laterano, ne divenne il successore nel 17591. Membro della Congregazione dei musici di Santa Cecilia di Roma, nonché Guardiano della sezione dei maestri Compositori, dal 1754 fino alla morte fu maestro di cappella anche della chiesa di Santa Maria in Vallicella. Morì nel 1792. Le opere, gli intermezzi e i drammi per musica, in stile napoletano, fanno da corollario a numerosissimi salmi, cantate, messe e composizioni, basate sul proprium missae, ove predomina invece lo stile romano. Una ideale recensione stilistica è stata compiuta da Siegfried Gmeinwieser2, che ha studiato approfonditamente anche il suo predecessore a San Giovanni in Laterano. Il giudizio storico-critico successivo, dipinse Casali come apprezzabile e assai attaccato alla tradizione palestriniana (così come era intesa nell’ottocento e nella prima metà del novecento): venne infatti citato, tra gli altri, dallo scrittore Charles Burney (che assistette all’oratorio Abigail reputandolo né innovativo né volgare), dal musicologo belga François-Joseph Fétis (che lo considerava carente di inventiva, ma dallo stile assai puro), dall’abate Giuseppe Bertini (che lo reputò “valente maestro di cappella...dallo stile brioso e nitido”) e dal musicista e letterato francese Albert Lavignac (il quale, assimilandolo ad altri, lo qualificò come possessore di competenza e senso artistico delicato, nonostante non fosse minimamente avanzato rispetto allo stile palestriniano). Sotto l’aspetto didattico, è necessario sottolineare che Casali non solo fu il Maestro di diversi compositori, tra i quali spicca il nome di André Gretry (del quale, peraltro, ebbe poca considerazione musicale), ma svolse altresì l’incarico di esaminatore per le ammissioni alla già citata Congregazione dei musici di Santa Cecilia. In quest’ultima veste si rese protagonista di una lunga querelle che coinvolse anche Luigi Antonio Sabbatini e Padre Martini, con il quale il Nostro ebbe peraltro frequenti rapporti epistolari (nel 1774, ad esempio, lamentò la decadenza dell’Accademia e delle manifestazioni musicali contemporanee). La descrizione minuziosa di questa controversia, che vide Casali rifiutare l’ammissione di un candidato a motivo di una errata risposta del soggetto di fuga d’esame, è stata compiuta da Élodie Oriol3, che ha gettato nuova luce sulle dinamiche di professionalizzazione e i giochi di protezione all’interno del milieu romano dell’epoca, sulle relazioni di Casali con la contemporaneità musicale ed ecclesiastica e su aspetti personali e musicali non sempre lusinghieri. Il testo del salmo 110 (109) “Dixit Dominus” venne considerato, per diversi secoli, un passaggio compositivo ed interpretativo obbligato per quasi tutti i compositori di musica sacra. Tale salmo, infatti, costituiva il primo dei cinque salmi del Vespro della domenica e delle feste della Madonna e dei Santi; esso poteva perciò essere messo in musica e utilizzato più e più volte durante l’anno liturgico costituendo altresì un significativo esercizio stilistico. L’incipit e le clausole imperative, i riferimenti guerreschi e la giustapposizione di immagini poeticamente variegate si trasformano, anche nell’opera di Casali, in altrettanti spunti per diversificare il discorso musicale, all’interno di una vistosa alternanza tra omoritmia corale ed episodi a solo. Appaiono perciò rilevanti e foriere di adeguate interpretazioni musicali le numerose figure retoriche e le variazioni di tempo tra le varie parti che, ad esempio, ben rendono la differenza tra il giudicare (largo), il distruggere (allegro) e il dissetarsi (andante).
Files:
Partitura
5,00€
Copyright Edizioni Pian & Forte 2024 - AssociazioneProMusica - P.iva 09754000967 - Tutti i diritti sono riservati - Cookie Policy - Privacy Policy