Exultent, concinant - Oratorio a Soprano solo, 2 violini e basso continuo
(Musica vocale sacra)
Universitetsbibliotek, Carolina Rediviva (S-Uu) Vok. mus. i hs. 28:10
Trascrizione a cura di Antonio Frigé Introduzione di Norma Torti
20 pagine
ISMN 979-0-705102-06-2
Nella produzione di cantate e oratori, dalla metà del Seicento in poi, oltre ai temi classici intorno all’amore, alla mitologia e al mondo pastorale venivano messi in scena personaggi della storia antica o addirittura della storia politica recente, se non addirittura coeva. Il grande tema della messa in scena della regalità, del teatro della sovranità, domina l'epoca barocca. In essa si rappresenta la nuova consapevolezza di un potere che vive di segni, di emblemi, di simboli, di celebrazione, come avveniva in modo paradigmatico nella corte del Re Sole. Anche le cantate e gli oratori, oltre a restituire un’immagine fedele del contesto storico sociale dell’epoca, celebrano in musica il compiacimento per un determinato governo. Il potere secolare dei Re ha tanto più bisogno di insegne, quanto più il suo diritto divino viene messo in discussione. L’epoca barocca è l'epoca del trionfo dei segni e dell'arte dell'interpretazione, sullo sfondo del timore che nulla sia vero. In ciò, il potere spirituale della Chiesa è davvero maestro, perché si fonda da sempre sui segni di una Scrittura e sulla sua interpretazione, per trovarvi una verità. Alessandro Melani è sempre rimasto all'interno di questo contesto romano, nel fecondo connubio di arte, spirito e storia politica. Per la composizione delle sue cantate e dei suoi oratori egli godette del mecenatismo delle famiglie Chigi, Borghese e Ottoboni, e soprattutto del cardinale Benedetto Phamphilj, che aveva composto numerosi libretti di oratori, oltre che di teatro musicale, e fu mecenate anche di Scarlatti, di Corelli, di Händel. Melani entrò anche nella benevolenza di papa Innocenzo XI, per il quale compose l'oratorio Golia abbattuto. Fu scritto probabilmente nel 1683 per celebrare la Lega Santa e la vittoria del re di Polonia Jan III Sobieski sull’Impero Ottomano, che minacciava Vienna. Nello spirito della Chiesa cattolica, non si trattava solo di evocare la mitologia classica e la storia antica e moderna come per celebrare nelle feste della memoria un passato che non c'è più. L'interpretazione dei segni del passato era invece mossa dalla fiducia che attraverso di essi si manifesti una verità di liberazione. Questo era lo spirito degli oratori, di soggetto biblico, e delle cantate, di argomento profano.
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