Kellner Johann Peter

Certamen musicum - Sei Suites per clavicembalo

(Musica strumentale)
Trascrizione e introduzione a cura di Franz Silvestri

ISMN 979-0-705102-35-2

141 pagine

Le Sei Suites del Certamen Musicum per clavicembalo, presentate in prima edizione critica mondiale in questa edizione, furono stampate ad Arnstadt. Questa pubblicazione dell'epoca si trova custodita nella Staatsbibliothek di Berlino. La raccolta contiene molti evidenti errori commessi dall'incisore e le nostre correzioni hanno seguito una logica prettamente armonico/contrappuntistica con dubbi praticamente nulli sull'esatta intenzione dell'autore.
Ogni Suite è preceduta da un frontespizio che reca una data: Suite I 1748, Suite II 1743, Suite III 1748, Suite IV 1748, Suite V 1748, Suite VI 1749. Subito risulta evidente il riferimento al numero sei, usato in molte raccolte di musica per cembalo, organo e orchestra del maestro di Eisenach e di altri compositori coetanei. La particolarità più grande di queste Suites è la loro apertura con un Preludio e Fuga.
I brani che seguono comprendono sempre un'allemanda e una corrente, ma sono presenti anche sarabande, andanti, minutetti, gighe, allegri, un'aria, marce e un curioso “par Plaisier” a conclusione della Terza Suite. L'ambito della tastiera usato scende in rari casi sotto al Do 1 (C ) e non supera mai il Re 5 (d'''), il che permetteva di suonare le Suites in tastiere di ambito più ridotto delle cinque ottave dei cembali contemporanei.
I movimenti derivati da forme di danza si sviluppano con una scrittura lineare e semplice, principalmente a due voci. Gli abbellimenti segnati sono relativamente pochi e quasi mai (eccezione: la Sarabande della Suite III) vi è un richiamo allo stile francese. L'accenno a un gusto estetico già “galante” fa pensare che Kellner conoscesse le composizioni di C. P. E. Bach e questo si nota in particolare nel Preludio (che contiene anche un “da capo”) e nell'Andante della Suite II e nel Preludio (segnato “Adagio”) e nel successivo Adagio della Suite V.
I diversi “forte” e “piano” (oppure “f” e “p”) nel Preludio della Suite II, nell’Allegro della Suite IV e nell’Allegro finale della Suite V fanno pensare alla possibilità di una seconda tastiera o una esecuzione su clavicordo. La disarmante semplicità del Preludio della VI Suite è seguita da uno dei brani più lunghi di tutta la raccolta, una Fuga a 3 voci con un Tema di 5 battute che si sviluppa su un totale di 108 battute. La Fuga a tre voci della Suite II è ancora più particolare, con un tema di 10 battute per un totale di 127 battute concluse con un breve adagio di quattro battute.
Al termine della raccolta balza subito all'occhio la sigla S.D.G. (Soli Deo Gloria) anche usata da altri compositori sassoni del secolo XVIII.
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