Sonates en trio pour 2 Flûtes traversières, Violons ou Hautbois avec la basse - Oeuvre VIIIe
(Instrumental music)
Bibliothèque du Conservatoire, Paris
Trascrizione a cura di Antonio Frigé Introduzione di Agostino Cirillo
88 pagine
ISBN 978-88-98342-74-7
Nella sua autobiografia del 1754 Johann Joachim Quantz ricorda la sua tappa parigina del viaggio di formazione che, fra il 1724 e il 1727, lo aveva condotto fra l’Italia, la Francia e l’Inghilterra. Il giovane e ambizioso oboista e violinista, aveva appena aggiunto il flauto alla lunga lista di strumenti che suonava fin dalla sua infanzia, guidato da Pierre-Gabriel Buffardin, il virtuoso francese primo flautista della prestigiosa Hofkapelle di Dresda. I suoi giudizi sull’ambiente musicale di Parigi risultano sorprendentemente laconici e affrettati –specialmente se comparati con le generose descrizioni italiane–, e addirittura deludenti quando riguardano il flauto, lo strumento che di lì a poco lo avrebbe reso celebre. Deluso dalla ripetitività dello gusto francese, dai suoi cantanti e dall’opera, Quantz si limita a segnalare solo alcuni strumentisti, tutti legati alla prorompente irruzione dello stile italiano. Si tratta dei violisti Jean-Baptiste Antoine Forqueray e Roland Marais, dei due violinisti Jean-Jacques-Baptiste Anet e Jean-Pierre Guignon (nome francesizzato del torinese Giovanni Pietro Ghignone) e di cinque flautisti: il già allora celebre Michel Blavet, un non ancora ben identificato Lucas, Jacques-Christop Naudot, Jean-Daniel Braun e il suo fratello minore, conosciuto come «Braun le Cadet». Sono gli stessi musicisti che figurano fra i protagonisti del Concert Spirituel, la celebre stagione di con- certi pubblici che Anne Danican Philidor aveva appena istituito nel 1725, e i cinque flautisti si trovano fra i promotori della profonda trasformazione dell’ideale sonoro del flauto in corso proprio in quegli anni. L’identificazione definitiva dei due fratelli Braun non è stata sempre del tutto chiara, fino al punto che, in passato, si è a volte ritenuto che si trattasse di un’unica persona. Di fatto, nelle loro opere l’autore appare sempre come «Mr. Braun», in singolare e senza specificare il nome. Fétis attribuisce questo cognome a una famiglia di musicisti tedeschi che si sarebbe stabilita a Parigi nel 1741. Senza escludere l’origine tedesca, questa data entra in conflitto con la testimonianza di Quantz. Lo stesso Fétis qualifica comunque il Braun come «un flûtiste de mérite» ed elenca una lista dettagliata delle sue pubblicazioni apparse in stampa.
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