Concerti a quattro, 5, 6 voci & instromenti - Opera Settima

(Musica vocale profana)

Università di Oxford

Trascrizione ed introduzione a cura di Ksenia Nogovitsyna

215 pagine

ISMN 979-0-705083-09-5

La figura di Biagio Marini (Brescia 1594 ― Venezia 1663) ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica strumentale in quanto fautore di una rivoluzione stilistica di ampia portata, per il suo profilo di violinista virtuoso ma anche per essere stato uno dei primi compositori in grado di svelare la grande varietà delle possibilità tecniche del violino e di altri strumenti della sua epoca. Tuttavia, l’immagine di Marini che risulta da un giudizio di questo tipo è parziale. Come la maggior parte dei suoi coevi, anche Marini scrisse molta musica vocale: madrigali, arie, canzonette per una o più voci con basso continuo, nel moderno stile concertato, con aggiunta degli strumenti melodici o senza. Solamente tre delle quindici raccolte a noi pervenute (op. 1, 8, 22) sono dedicate a generi esclusivamente strumentali. Per il resto si tratta di raccolte di musica profana vocale-strumentale (op. 5, 6, 7, 9, 13) e di raccolte miste che includono sia brani vocali che strumentali (op. 2, 3, 16). Inoltre, frutto della penna del compositore sono quattro raccolte di musica sacra (op. 15, 18, 20, 21) e alcuni mottetti editi in antologie di musica sacra della metà del XVII secolo.
La fedeltà del compositore alla musica vocale non era solamente motivata dal legame alla tradizione: oltre alla padronanza del violino, Marini possedeva anche ottime doti vocali. Ne dà testimonianza lo storico bresciano Leonardo Cozzando:
“Biagio Marini sonò eccellentemente di vari stromenti, ma in quello del’Violino, che fu quasi sua professione, riuscì molto raro, et singolare. Sonava con tanta eccellenza, che accoppiando alla dolcezza dell’armonia, la quasi espresso naturalezza delle parole, rendeva poco meno, che estatici gli uditori. Soave era anco nel canto solo senza alcun stromento, ma riusciva alquanto malinconico ...."